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      - Tu sei troppo superstizioso, riprese lo scettico Scazziga, divenuto leggermente volteriano per le sue relazioni cogli stranieri.
      - A forza di frequentare gli eretici, finirai per non credere nemmeno a san Gennaro.
      - Se Gennaro è cascato in mare; non è una bella ragione, continuò Scazziga che difendeva il suo avventore, perchè Paolo d'Aspromonte abbia l'influenza che tu gli attribuisci.
      - Ti abbisognano altre prove? Stamane l'ho veduto alla finestra coll'occhio fisso sopra una nuvola poco più grossa d'una piuma ch'esca da un origliere scucito; e subito dei vapori neri si sono accumulati ed è caduta una pioggia così forte, che i cani potevano bere stando ritti.
      Scazziga non era convinto e scuoteva la testa in aria di dubbio.
      - Il groom, d'altra parte, non deve essere migliore del padrone, continuò Timberio, e bisogna che questo scimiotto sia d'accordo col diavolo per aver potuto gettar per terra me, che lo ammazzerei con un buffetto.
      - Io sono d'accordo con Timberio, disse maestosamente il capo della cucina; lo straniero mangia poco; egli ha rimandato indietro le zucchette ripiene, la frittura dl pollo e i maccheroni al pomodoro che avevo preparato io stesso! Qualche strano segreto si nasconde sotto questa sobrietà. Perchè dunque un uomo ricco si priverebbe delle vivande saporite non mangiando che un piatto d'uova e un pezzo di carne fredda?
      - Egli ha i capelli rossi, disse Gelsomina passandosi la mano nella bruna foresta delle sue trecce.
      - E gli occhi un po' in fuori, continuò Peppina, l'altra serva.


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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano
1910 pagine 113

   





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