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      - Voi illustrate con eloquenza la vostra causa, rispose miss Ward, scuotendo la testina gentile; scusatemi se mi restano dei dubbi.
      - E l'uccello che, palpitante d'orrore e gettando gridi lamentevoli, precipita dall'alto d'un albero, da cui potrebbe volarsene via, per gettarsi nella gola del serpente che lo affascina, obbedisce egli ad un pregiudizio? ha egli sentito nei nidi delle comari colle penne raccontare delle storie di jettatura? Molti effetti non hanno essi forse avuto luogo per mezzo di cause inapprezzabili dai nostri organi? I miasmi della febbre delle paludi, della peste, del colera, sono essi visibili? Nessun occhio vede il fluido elettrico sulla cima del parafulmine, eppure la folgore ne viene attratta! Che c'è egli d'assurdo nel supporre che si sviluppi da questo disco, nero, bleu, o grigio, un raggio propizio o fatale? Perchè questo effluvio non può egli essere felice o disgraziato a seconda del genere di emissione e dell'angolo sotto il quale l'oggetto lo riceve?
      - Mi sembra, disse il commodoro, che la teoria del conte abbia qualche cosa di specioso; quanto a me, io non ho potuto mai guardare gli occhi dorati d'un rospo senza sentirmi allo stomaco un calore insopportabile, come se avessi preso dell'emetico: eppure il povero rettile, aveva maggior ragione di temere di me che poteva schiacciarlo con un colpo di tallone.
      - Ah! zio mio! se voi vi mettete col signor d'Altavilla, fece miss Ward, io sarò sconfitta. Io non ho forza per combattere. Sebbene io potrei aver molte cose da objettare contro questa elettricità di cui nessun fisico ha fatto parola, io voglio ammetterne l'esistenza per un momento, ma quale efficacia possono avere per preservarsi dai suoi funesti effetti le immense corna di cui m'avete fatto dono?


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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano
1910 pagine 113

   





Ward Altavilla Ward