Pagina (49/113)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Mio caro conte, disse infine il commodoro, un po' rimesso dal suo turbamento; la vostra proposta mi meraviglia quasi quanto mi onora. In verità, non so che rispondervi: io non ho consultato mia nipote. Si parlava di fascino, di jettatura, di corna, d'amuleti, di mani aperte o chiuse; di ogni genere di cose che non hanno alcuna relazione col matrimonio, ed ecco che voi mi chiedete la mano d'Alicia! Ciò non discende di conseguenza, e voi non me ne farete una colpa se non ho delle idee molto chiare su questo soggetto. Quest'unione sarebbe certamente convenevolissima, ma io credeva che mia nipote avesse altre intenzioni. È vero che un vecchio lupo di mare come me non legge mai correntemente nel cuore delle giovani...
      Alicia, vedendo che suo zio s'imbrogliava, approfittò della pausa ch'egli fece dopo la sua ultima frase, per far cessare una situazione che diventava impacciante; e disse al Napoletano:
      - Conte, allorchè un galantuomo domanda lealmente la mano d'una giovane onesta, non c'è per lei nulla di offensivo; ma essa ha diritto d'esser sorpresa della forma bizzarra data a questa domanda. Io vi pregava di dirmi il nome del preteso jettatore la cui influenza può, secondo voi, essermi nociva; e voi fate bruscamente a mio zio una proposta di cui non so spiegarmi il motivo.
      - È che, rispose Altavilla, un gentiluomo si fa denunciatore malvolentieri e che un marito solo può difender sua moglie. Ma prendete qualche giorno per riflettere. Intanto, le corna esposte in modo ben visibile basteranno, io spero, a garantirvi d'ogni avvenimento spiacevole.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano
1910 pagine 113

   





Alicia Napoletano Altavilla