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      La brava Gelsomina nascondeva la mano sotto una piega della veste, presentò il candelliere al signor d'Aspromonte e lo fissò con uno sguardo così acuto, così persistente, con un'espressione così singolare, quasi provocatrice, che il giovane abbassò gli occhi: circostanza che parve fare un piacere immenso alla bella giovane.
      Nel vederla immobile e dritta, il candelliere teso con un gesto da statua, il profilo disegnato netto da una linea luminosa, l'occhio fisso e fiammeggiante, la si sarebbe detta la Nemesi antica in atto di sconcertare il colpevole.
      Allorchè il viaggiatore ebbe salita la scala e che il rumor dei suoi passi s'attenuò nel silenzio, Gelsomina, rialzando il capo con un'aria dr trionfo, disse:
      - Gli ho fatto magnificamente ritornare il suo sguardo nella pupilla, a questo caro signore che san Gennaro confonda: son sicura che non mi accadrà niente di brutto.
      Paolo dormì male e d'un sonno agitato : egli fu tormentato da ogni razza di sogni bizzarri riferentisi alle idee che lo avevano preoccupato il giorno; egli si vedeva circondato di figure minacciose e mostruose che esprimevano l'odio, la collera e la paura; poi le figure sparivano; delle dita lunghe, magre, ossute, dalle falangi nodose, uscenti dall'ombra e rosse di un fuoco infernale, lo minacciavano facendo dei segni cabalistici; le unghie di queste dita, piegandosi come artigli di tigre, come zampe d'avoltoi, s'avvicinavano sempre più al suo volto, come se cercassero cavargli gli occhi. Con uno sforzo supremo, egli giunse ad allontanar quelle mani volanti intorno su ali di pipistrello; ma alle mani sopravennero falangi di bovi, di montoni e di cervi, cranii bianchi animati d'una vita morta, che l'assalivano colle loro corna e le loro varie ramificazioni, costringendolo a gettarsi in mare ove egli si stracciava le carni su una foresta di corallo dalle branche puntute o biforcate; un'ondata lo trasportava alla costa, pesto, stanco, mezzo morto; e, come il don Giovanni di lord Byron, egli travedeva allora fra mezzo il suo svenimento una testa gentile che si piegava verso lui; non era Haydée, ma Alicia, anche più bella del tipo immaginario creato dal poeta.


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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano
1910 pagine 113

   





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