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      Io non chiedo a voi, uomo del Nord, di prestar fede a una superstizione, se tale vi sembra, delle nostre contrade meridionali; ma convenite nonostante che questi fatti sono strani e meritano tutta la vostra attenzione.
      - Alicia non potrebbe essere malata... naturalmente? chiese il commodoro scosso dai capricciosi ragionamenti d'Altavilla, ma cui un certo pudore inglese riteneva dall'accettare la credenza popolare napoletana.
      - Miss Ward non è malata: essa subisce una specie d'avvelenamento per mezzo dello sguardo; e se il signor d'Aspromonte non è un jettatore, per lo meno è funesto.
      - Che posso farci io? Alicia lo ama, si ride della jettatura e pretende che non si può dare una ragione simile a un uomo d'onore per rifiutarlo.
      - Non ho il diritto d'occuparmi di vostra nipote: non sono nè suo fratello, nè suo parente, nè suo fidanzato; ma se ottenessi il vostro permesso, potrei io tentare uno sforzo per strapparla a questa fatale influenza? Oh, non temete; per quanto giovane. io so che non si deve far del chiasso intorno al nome d'una giovane: non commetterò delle stravaganze; abbiate abbastanza fiducia nella mia lealtà per credermi, quando vi assicuro che nel mio piano, pur tacendovelo, non v'è nulla che l'onore più delicato non possa confessare.
      - Voi amate dunque molto mia nipote? disse il commodoro.
      - Sì, perchè l'amo senza speranza; ma mi concedete voi dunque il permesso d'agire?
      - Siete un uomo terribile, conte; ebbene, tentate di salvar Alicia a modo vostro; io sarò contento di ciò.


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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano
1910 pagine 113

   





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