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      Così lo spirito può per qualche secondo darsi l'illusione d'una fantasmagoria antica.
      Ma quel giorno con grande spavento delle lucertole, la severità mattutina di Pompei fu turbata da uno strano visitatore: una carrozza si fermò all'entrata della via delle Tombe; Paolo ne scese e si diresse a piedi al luogo dell'appuntamento.
      Era sempre presto, e benchè il giovane fosse preoccupato da tutt'altro che dall'archeologia, egli non poteva impedirsi nel camminare, di rimarcare mille piccole insignificanze, cui in uno stato abituale non avrebbe posto mente per niente. I sensi non più sorvegliati dall'anima e che agiscono per conto proprio, hanno spessissimo una singolare lucidità. I condannati a morte, nell'andare al supplizio, vedono un fiorellino fra le fessure del pavimento, notano un numero sul bottone d'un uniforme, uno sbaglio d'ortografia sopra una insegna, o qualcun'altra di queste puerili circostanze che prende per essi un'importanza enorme.
      Paolo passò davanti alla villa di Diomede, al sepolcro di Mammia, agli emicicli funerarii, all'antica porta della città, alle case e alle botteghe che circondano la via Consolare, quasi senza gettarvi uno sguardo, eppure alcune immagini colorite e vive di questi monumenti arrivavano al suo cervello con una perfetta lucidità: egli vedeva tutto e le colonne scanellate, e gli affreschi, e le inscrizioni; un annunzio di affitto, anzi, s'era scolpito così profondamente nella sua memoria, che le sue labbra ne ripetevano macchinalmente le parole latine senza darvi alcun senso.


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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano
1910 pagine 113

   





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