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      Ci dev'essere una rivalità d'amore in questo! Almeno avremo qualche cosa d'italiano, di pittoresco, di romantico da raccontare alle nostre amiche. Io farò un disegno della scena sul mio album e tu ci aggiungerai delle stanze tristi alla maniera di Byron!
      - Bah, fece la guida, il colpo è ben dato; dal basso all'alto, in tutte le regole; non c'è niente da dire.
      Questa fu l'orazione funebre del conte Altavilla.
      Alcuni operai, avvisati dal cicerone, andarono a chiamare le autorità e il corpo del povero Altavilla fu riportato nel suo castello, presso Salerno.
      Quanto a Paolo, egli era rimontato in vettura, cogli occhi aperti come un sonnambulo e nulla vedendo. Si sarebbe detto una statua che camminava.
      Sebbene avesse provato alla vista del cadavere quell'orror religioso che inspira la morte, egli non si sentiva colpevole, e i rimorsi non entravano affatto nella sua disperazione.
      Provocato in modo da non potersi rifiutare, egli non aveva accettato questo duello che nella speranza di lasciarci una vita ormai odiosa. Dotato d'uno sguardo funesto, egli aveva voluto un duello cieco perchè la fatalità sola fosse responsabile. La sua stessa mano non aveva colpito; il suo nemico s'era ferito da sè. Egli compiangeva Altavilla come se fosse stato estraneo alla sua morte.
      - È il mio stiletto che l'ha ucciso, pensava, ma se l'avessi guardato in un ballo, uno specchio distaccandosi dal muro sopra di lui, gli avrebbe fracassato il cranio. Io sono innocente come la folgore, come la valanga, come il manzanillo, come tutte le forze distruttive e inconscienti: la mia volontà non ha mai voluto il male, il mio cuore non agogna che amore e benevolenza, ma io sono nocivo.


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Jettatura
di Théophile Gautier
Sonzogno Milano
1910 pagine 113

   





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