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      Le reclute ed i soldati novizj venivano costantemente esercitati la mattina e la sera, nè l'età o la perizia poteano esentare i veterani dalla giornaliera ripetizione di ciò che avevano perfettamente imparato. Si fabbricavano vaste gallerie nei quartieri d'inverno, affinchè le loro utili fatiche non fossero in alcun modo interrotte dai tempi i più procellosi; e si osservava diligentemente che le armi, destinate a questa guerra simulata, fossero di peso doppio di quello che si richiedeva nell'azione reale(53). Non è il fine di questa opera l'entrare in alcuna minuta descrizione dei romani esercizj. Soltanto osserveremo che comprendevano tutto ciò che poteva accrescer forza al corpo, attività alle membra, o grazia ai movimenti. I soldati erano diligentemente ammaestrati a marciare, a correre, a saltare, a nuotare, a portare gravi pesi, a maneggiare ogni sorta d'armi, che si usasse per offesa o per difesa, o in battaglia lontana, o in un assalto più stretto, a fare una varietà di evoluzioni, ed a moversi a suon di flauto nel ballo pirrico o marziale(54). In mezzo alla pace le truppe romane si rendevano familiare la pratica della guerra; e bene osserva un antico Istorico, il quale avea combattuto contro di loro, che l'effusione del sangue era la sola circostanza che distinguesse un campo di battaglia da un campo di esercizio(55). Era politica dei più abili Generali, ed anche degli stessi Imperatori, d'incoraggiare con la loro presenza e col loro esempio questi studj militari; e sappiamo che Adriano e Traiano si degnavano spesso d'istruire i soldati inesperti, di rimunerare i diligenti, e talvolta di disputare con essi il premio della superiorità nella forza o nella destrezza(56). Nei regni di questi Principi la tattica fu coltivata con buon successo; e finchè l'Impero ebbe qualche vigore, le loro istruzioni militari furono rispettate come il più perfetto modello della disciplina romana.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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