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      Gli schiavi erano per la maggior parte Barbari prigionieri, presi a migliaia per sorte di guerra, comprati a vil prezzo(155), avvezzi ad una vita indipendente, ed impazienti di rompere e vendicare i lor ceppi.
      I più severi provvedimenti, ed il più crudel trattamento(156) contro quegli interni nemici pareano quasi giustificati dalla gran legge della propria conservazione, giacchè essi avean con disperate ribellioni condotta più d'una volta la Repubblica all'orlo del precipizio(157). Ma quando le principali nazioni dell'Europa, dell'Asia e dell'Affrica furono unite sotto le leggi di un solo Sovrano, la sorgente dei rinforzi stranieri divenne meno abbondante, ed i Romani furono ridotti al più mite ma più tedioso metodo della propagazione. Incoraggiarono i matrimonj degli schiavi nelle lor numerose famiglie, e particolarmente nelle loro campagne. I sentimenti della natura, gli abiti della educazione, ed una specie di proprietà, benchè dipendente, contribuirono ad addolcire la durezza della servitù(158). L'esistenza di uno schiavo divenne un oggetto di valuta maggiore; e sebbene la felicità di lui dipendesse sempre dal carattere o dalle circostanze del padrone, pure l'umanità del secondo, invece di essere scemata dal timore, era incoraggiata dal sentimento del proprio interesse. La politica o la virtù degl'Imperatori accelerò il perfezionamento dei costumi; ed Adriano e gli Antonini estesero con i loro editti la protezion delle leggi fino alla più abietta parte degli uomini. Si tolse ai privati il diritto di vita e di morte sopra gli schiavi, del quale avevano per lungo tempo e spesso abusato, e fu riservato ai soli magistrati.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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