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      Non senza ripugnanza e rimorso si erano i Pretoriani indotti ad abbandonare la causa del tiranno(254). Le rapide cadute di Galba, di Ottone, e di Vitellio insegnarono agli eserciti a riguardare gl'Imperatori come creature della lor volontà, ed istrumenti della loro licenza. Vespasiano era di bassa estrazione; l'avo di lui era stato soldato comune, ed il padre avea un piccolo impiego nelle finanze(255). Il merito lo aveva innalzato in una età avanzata all'Impero; ma questo merito era più solido che brillante, e le sue virtù erano disonorate da grande e sordida avarizia. Questo Principe provvide al suo proprio interesse coll'associazione di un figlio, il cui carattere più splendido ed amabile potesse richiamare l'attenzione del pubblico, dall'origine oscura della famiglia dei Flavi, alle future glorie della medesima. Sotto il dolce governo di Tito, il mondo Romano godè di una felicità passeggiera, e la memoria di un Principe sì adorabile fece tollerare per quindici anni i vizj del suo fratello Domiziano.
      Appena Nerva ebbe accettata la porpora dagli assassini di Domiziano, che si avvide di esser per la grande età inabile ad arrestare il torrente dei pubblici disordini, tanto moltiplicati sotto la lunga tirannide del suo predecessore. I buoni rispettarono la sua mite indole, ma per correggere i degenerati romani facea d'uopo un carattere più vigoroso, la cui giustizia potesse spaventare i colpevoli. Ai suoi molti parenti preferì nella scelta uno straniero. Egli adottò Traiano, in età di circa quarant'anni; il quale comandava allora una possente armata nella Germania inferiore; ed immediatamente con un decreto del Senato lo dichiarò suo collega e successore nell'Impero(256). È una vera disgrazia, che mentre siamo oppressi dalla disgustosa relazione dei delitti e delle pazzie di Nerone, dobbiamo investigare le azioni di Traiano tra i barlumi di un compendio, o nella incerta luce di un panegirico.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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