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      Ma Severo si lusingò che le legioni avrebbero considerati quei Pretoriani scelti tra loro, come rappresentanti tutto l'ordine militare; e che il pronto ajuto di 50,000 uomini, superiori per l'armi e per le istituzioni a qualunque esercito che potesse condursi in campo contro di loro, farebbe svanire per sempre le speranze di ribellione, ed assicurerebbe l'Impero a lui, ed alla sua posterità.
      Il comando di queste favorite e formidabili truppe divenne subito la prima carica dell'Impero. Siccome il Governo era degenerato in un militar dispotismo, il Prefetto del Pretorio, che in origine era stato un semplice capitano delle guardie, fu posto non solamente alla testa dell'esercito, ma ancora delle finanze e delle leggi medesime. In ogni dipartimento del Governo egli rappresentava la persona dell'Imperatore, e ne esercitava l'autorità. Il primo Prefetto, che godesse e abusasse di questo immenso potere, fu Plauziano, ministro favorito di Severo. Egli regnò, per così dire, dieci anni, finchè il matrimonio della sua figlia con il primogenito dell'Imperatore, che parea dovesse assicurare la sua fortuna, diventò l'occasione della sua perdita(406). I maneggi della Corte irritando l'ambizione, ed eccitando il timore di Plauziano, minacciarono di produrre una rivoluzione, ed obbligarono l'Imperatore, che ancor l'amava, ad acconsentire, suo malgrado, alla di lui morte(407). Dopo la caduta di Plauziano, il celebre Papiniano, illustre giureconsulto, fu destinato ad occupare la mista carica di Prefetto del Pretorio.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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