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      Esultavano per l'inaspettata loro liberazione da un odiato tiranno; e non sembrava necessario di esaminare le virtù di un successore di Caracalla. Ma appena furono cessati i primi trasporti di sorpresa e di gioia, si cominciò ad esaminare i meriti di Macrino con una severa critica, ed a biasimare la precipitata scelta dell'armata. Si era fino allora considerato, come principio fondamentale della costituzione, che l'Imperatore dovesse sempre essere scelto tra i Senatori, e che il sovrano potere, non più esercitato da quell'intero corpo, fosse sempre delegato a qualcheduno dei suoi membri. Ma Macrino non era Senatore(451). La subita elevazione dei Prefetti del Pretorio faceva rammentare la bassezza della loro origine; e l'Ordine Equestre era sempre stato in possesso di quel grande uffizio, che esercitava un arbitrario potere sopra le vite e sopra i beni de Senatori. Si cominciò a mormorare, che un uomo, la cui oscura estrazione(452) non era mai stata illustrata da qualche segnalato servizio, osasse portare la porpora, invece di rivestirne qualche cospicuo Senatore, per nascita e per dignità, meritevole dello splendore del trono. Appena i malcontenti ebbero esaminato con occhio acuto il carattere di Macrino, vi scoprirono facilmente alcuni vizj e molti difetti. La scelta de' suoi Ministri gli meritò spesso giusti rimproveri; ed il popolo, mal soddisfatto, con la solita libertà accusava insieme l'indolente dolcezza e l'eccessiva severità del Sovrano(453).
      La temeraria ambizione di Macrino l'aveva fatto montare a tale altezza, ch'era difficile il mantenervisi, ed impossibile il caderne senza incontrare la morte.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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