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      Le opere di Virgilio e di Orazio, le Repubbliche di Platone e di Cicerone formavano il suo gusto, ne dilatavano l'intendimento, e gli fornivano le pių nobili idee dell'uomo e del Governo. Agli esercizj dello spirito succedevano quelli del corpo; ed Alessandro, ch'era di alta statura, attivo e robusto, superava quasi tutti i suoi eguali nelle arti ginnastiche. Dopo il bagno, ed un piccolo pranzo, si applicava con nuovo vigore agli affari del giorno, e fino all'ora di cena (ch'era il pasto principale dei Romani) stava in compagnia dei suoi segretarj, leggendo o rispondendo alla moltitudine delle lettere, dei memoriali, o delle suppliche, che naturalmente dovevan indirizzarsi al Signore della maggior parte del Mondo. La sua tavola era semplice e frugale, ed ogni volta che potea seguire liberamente la sua propria inclinazione, invitava pochi scelti amici, uomini dotti e virtuosi, ed era Ulpiano sempre di questo numero. I loro discorsi erano familiari ed istruttivi, e gl'intervalli venivano opportunamente ravvivati dalla lettura di qualche piacevole composizione, invece dei ballerini, dei commedianti, e fino dei gladiatori, cosė spesso chiamati alle tavole dei ricchi e lussuriosi Romani(479). Il vestire di Alessandro era semplice e modesto; il suo contegno cortese ed affabile. In certe ore il suo palazzo era aperto a tutti i sudditi; ma s'udiva la voce di un banditore, che, come nei misteri Eleusini, pronunziava la medesima salutevole ammonizione "Niuno entri in queste sacre mura, se non ha l'animo puro ed innocente(480)".


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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