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      Ratificatelo, Padri coscritti, o proponete in loro vece altri più meritevoli dell'Impero." Il timore generale fe' tacere le voci della gelosia; il merito dei candidati fu generalmente riconosciuto; ed il Tempio risuonò con sincere acclamazioni di "lunga vita e vittoria agl'Imperatori Massimo e Balbino. Voi siete felici per sentenza del Senato; e possa la Repubblica essere felice sotto il vostro governo(551)"
      Le virtù e la riputazione dei nuovi Imperatori giustificavano le più ardenti speranze dei Romani. Dalla varia natura dei loro talenti parea fatto ciascuno pel suo particolare dipartimento di pace o di guerra, senza dar luogo ad una gelosa emulazione. Balbino era un oratore stimato, un poeta illustre, ed un saggio magistrato, che aveva esercitata con integrità e con applauso la civile giurisdizione in quasi tutte le interne province dell'Impero. La sua nascita era nobile(552), ricco il suo patrimonio, liberali ed affabili le sue maniere. L'amor del piacere veniva in lui corretto da un sentimento di dignità; e gli agi non l'avean privato della capacità necessaria per gli affari. L'animo di Massimo era alquanto più rozzo. Dal più basso stato si era, con il valore ed il senno, innalzato alle prime cariche dello Stato e dell'esercito. Le sue vittorie contro i Sarmati ed i Germani, l'austerità della sua vita, e la rigida imparzialità della sua giustizia, quando fu Prefetto della città, gli acquistarono la stima di un popolo, il cui affetto era impegnato in favore delle più amabili qualità di Balbino.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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