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      Questi scellerati, con artificiosa congiura, avean tirato un impenetrabile velo tra l'innocente Principe e gli oppressi suoi sudditi. Fu tradita la virtuosa disposizione di Gordiano, e senza di lui saputa, benchè pubblicamente, si venderono le cariche dell'Impero ai più indegni tra gli uomini. Non ci è noto per qual fortunato accidente l'Imperatore si liberasse da quella vergognosa schiavitù, e desse poi la sua confidenza ad un Ministro i cui prudenti consigli non avevano altro oggetto che la gloria del Sovrano e la felicità del popolo. È probabile che l'amore ed il sapere procurassero a Misiteo il favor di Gordiano.
      Il giovanetto Principe sposò la figlia del suo maestro di rettorica, e promosse il suocero alle prime cariche dell'Impero. Esistono ancora due ammirabili lettere che tra loro si scrissero. Il Ministro con quel nobile coraggio che viene inspirato dalla coscienza della propria virtù, si congratula con Gordiano, perchè si è liberato dalla tirannia degli eunuchi(572), ed ancor più perchè sente e conosce la propria sua libertà. L'Imperatore confessa, con un'amabile confusione, gli errori della sua passata condotta; e con eloquenti espressioni deplora la sventura di un Monarca, a cui vien sempre nascosta la verità dalla venal turba dei cortigiani(573).
      Misiteo avea passata la vita nella profession delle lettere, e non delle armi; ma sì pieghevole era l'ingegno di quel grand'uomo, che quando fu creato Prefetto del Pretorio, soddisfece ai suoi doveri militari con pari vigore ed abilità. Aveano i Persiani invasa la Mesopotamia, e minacciavano Antiochia.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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