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      I varj trattati di pace e di guerra aveano introdotto alcune monete romane (specialmente d'argento) tra gli abitanti delle rive del Danubio e del Reno; ma le tribų pių remote ignoravano affatto l'uso della moneta, faceano il lor piccolo traffico con il cambio delle merci, e tanto stimavano i rozzi lor vasi di terra, quanto quelli di argento, che i loro Principi, ed Ambasciatori riceveano in dono da Roma(671). Uno spirito riflessivo ricaverā maggiore istruzione da quegli fatti principali, che da una tediosa serie di minuti racconti. Il valore della moneta č stato istituito dal generale consenso per rappresentare i nostri bisogni ed i nostri beni, come le lettere furono inventate per esprimere le nostre idee; ed ambedue queste istruzioni dando alle potenze e alle passioni degli uomini una pių attiva energia, hanno contribuito a moltiplicare gli oggetti cui furono destinate a rappresentare. L'uso dell'oro e dell'argento č in gran parte fattizio; ma sarebbe impossibile di enumerare i diversi ed importanti vantaggi che l'agricoltura e tutte le arti hanno ricevuti dal ferro temperato e manipolato dal fuoco e dalla industriosa mano dell'uomo. La moneta, in una parola, č l'incitamento pių universale; ed il ferro č il pių potente strumento dell'industria umana; ed č molto difficile di concepire come un popolo non animato dal primo, nč secondato dall'altro, sorger potesse fuori dalla pių rozza barbarie(672).
      Se contempliamo una nazione selvaggia in qualunque parte del Globo, vedremo che il suo carattere generale č una supina indolenza e non curanza dell'avvenire.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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