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      In uno Stato civile l'uomo esercita ed estende ogni sua facoltà; e la gran catena dei bisogni scambievoli lega ed unisce i diversi membri della società. La maggior parte di essa è impiegata in lavori perseveranti ed utili. Quei pochi che la fortuna ha messi al di sopra della necessità, possono per altro occuparsi nel cercar l'interesse o la gloria, nel migliorare il loro patrimonio o il loro intelletto, nei doveri, nei piaceri, e nelle follìe ancora della vita sociale. Non aveano i Germani tanti compensi. I vecchi e i malati, le donne e gli schiavi tenevano il governo della casa e della famiglia, e la cura delle terre e degli armenti. Gli oziosi guerrieri, privi d'ogn'arte che potesse impiegare le ore loro disoccupate, passavano i giorni e le notti negli animaleschi piaceri del sonno e del cibo. E ciò nonostante, per una maravigliosa contrarietà di natura (secondo l'osservazione di uno Scrittore che' è penetrato ne' più oscuri di lei recessi) i Barbari stessi sono a vicenda i più indolenti, e più attivi degli uomini. Amano la pigrizia, detestano la tranquillità(673). L'anima illanguidita ed oppressa dal suo proprio peso, ansiosamente ricercava qualche nuova e forte sensazione; e la guerra e pericoli erano i soli trattenimenti adeguati al loro fiero temperamento. La tromba che invitava il Germano alle armi, era grata alle orecchie di lui. Lo scuoteva dal suo tristo letargo, gli dava un attivo vigore, e col forte esercizio del corpo, e colle scosse violente dell'animo, ravvivava in esso il sentimento della propria esistenza.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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