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      Ma l'influenza della religione era molto più capace d'infiammare, che di moderare le feroci passioni dei Germani. L'interesse ed il fanatismo spesso mossero i suoi ministri a santificare le più temerarie ed ingiuste imprese coll'approvazione del Cielo, e colle promesse di un felice successo. Le sacre insegne lungamente venerate ne' boschi della superstizione, erano messe alla fronte della battaglia(710); e l'esercito nemico veniva consacrato con orribili imprecazioni agli Dei della guerra e del fulmine(711). Nella credenza dei soldati (e tali erano i Germani) la codardia è il più imperdonabile di tutti i peccati. Un uomo coraggioso era il degno favorito delle loro marziali divinità; lo sciagurato, che aveva perduto il suo scudo, era bandito dalle religiose e dalle civili assemblee dei suoi concittadini. Sembra che alcune Tribù settentrionali avessero abbracciata la dottrina della trasmigrazione(712), ed altre immaginato un materiale paradiso di perpetua ubbriachezza(713). Tutte però convenivano che la vita spesa nell'armi, ed una gloriosa morte in battaglia erano i migliori preparativi per un felice avvenire in questo, ed in un altro Mondo.
      L'immortalità così vanamente promessa dai sacerdoti, era in qualche modo conferita dai Bardi. Questo ordine singolare d'uomini ha meritamente occupata l'attenzione di tutti coloro, che hanno tentato d'investigare le antichità dei Celti, degli Scandinavi, e dei Germani. Il loro genio ed il loro carattere, come ancora la venerazione portata al loro importante uffizio, sono state bastantemente illustrate.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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