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      [A. D. 250]Decio trovò i Goti che assediavano Nicopoli sull'Iatro, uno dei molti monumenti delle vittorie di Traiano(760). Levarono essi al suo arrivo l'assedio, ma con idea soltanto di marciare ad una più importante conquista, all'assedio di Filippopoli, città della Tracia, fondata dal Padre di Alessandro, presso alle falde dell'Emo(761). Decio li seguitò per cammini scabrosi, e con marcie forzate; ma quando egli credea di essere ben lontano dalla retroguardia dei Goti, Gniva si rivolse con impeto furioso contro i suoi persecutori. Fu il campo dei Romani sorpreso e saccheggiato, e per la prima volta il loro Imperatore fu messo in disordinata fuga da una truppa di Barbari mezzo armati. Dopo una lunga resistenza Filippopoli, priva di ogni soccorso, fu presa d'assalto; e si riferisce che furono centomila persone trucidate nel saccheggio di quella vasta città(762). Molti riguardevoli prigionieri accrebbero il valor del bottino, e Prisco, fratello dell'ultimo Imperatore Filippo, non arrossì di prendere la porpora sotto la protezione dei Barbari nemici di Roma(763). Il tempo, per altro, da loro impiegato in quel lungo assedio, diè campo a Decio di reclutar le sue truppe, di rianimarne il coraggio, e di ristabilirne la disciplina. Tagliò diverse partite di Carpi ed altri Germani, che si affrettavano per partecipare nella vittoria dei loro concittadini(764), affidò i passi dei monti ad uffiziali di una fedeltà e di un valore sperimentato(765), riparò ed accrebbe le fortificazioni del Danubio, ed impiegò tutta la sua vigilanza per opporsi o all'avanzamento dei Goti, o alla loro ritirata.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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