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      [A. D. 251]Questo colpo fatale umiliò, ma per poco, l'insolenza delle legioni. Sembra che pazientemente attendessero, o ricevessero con sommissione il decreto del Senato, che regolava la successione al trono. Per un giusto riguardo alla memoria di Decio, fu il titolo imperiale conferito ad Ostiliano, unico suo figlio superstite: ma si diede un grado uguale, ed un più effettivo potere a Gallo, la cui esperienza ed abilità parevano proporzionate al grande impegno di Custode del giovinetto e dell'Impero angustiato(780).
      [A.D. 252]La prima cura del nuovo Imperatore fu di liberare le province illiriche dal peso intollerabile dei vittoriosi Goti. Consentì a lasciare nelle lor mani i ricchi frutti della loro invasione, un immenso bottino, e ciò ch'era più vergognoso, un gran numero di prigionieri d'un ordine e d'un merito il più distinto. Fornì abbondantemente al loro campo tutti i comodi, che potessero addolcire la costoro ferocia, o facilitarne la tanto sospirata partenza; e promise perfino di pagar loro annualmente una gran somma d'oro, a condizione che non mai più ritornassero ad infestare colle loro incursioni i territori romani(781).
      Nel secolo degli Scipioni, i più opulenti Re della Terra, che richiedevano la protezione della vittoriosa Repubblica, si contentavano di doni così frivoli, che non potevano trar valore se non dalla mano, che ad essi largivali; una sedia d'avorio, una rozza veste di porpora, un piccol pezzo di argento, o una quantità di rame coniato(782). Dopo che le ricchezze delle nazioni si concentrarono in Roma, gl'Imperatori mostrarono la loro grandezza, ed anco la politica loro, col regolare esercizio di una costante e moderata liberalità verso gli alleati dello Stato.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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