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      In ogni arte da lui tentata, il vivace suo ingegno lo assicurava del felice successo; e privo essendo di giudizio il suo ingegno, egli ogni arte tentò, fuorchè le sole importanti, della guerra e del governo. Era eccellente in molte curiose, ma inutili scienze, pronto oratore, elegante poeta(885), abile giardiniere, cuoco eccellente, e sprezzabilissimo Principe. Nel tempo che le grandi emergenze dello Stato richiedevano la sua presenza e la sua attenzione, egli s'occupava in discorsi col filosofo Plotino(886), consumava il suo tempo in frivoli o licenziosi piaceri, s'iniziava nei greci misterj, o faceva premure per ottenere un posto nell'Areopago di Atene. La sua profusa magnificenza insultava l'universal povertà; la ridicola solennità de' suoi trionfi faceva più profondamente sentire il pubblico disonore(887). Egli riceveva con un sorriso indolente le ripetute notizie delle invasioni, delle disfatte, e delle ribellioni; e nominando con affettato disprezzo qualche particolar prodotto della perduta provincia, indolentemente dimandava se Roma sarebbe rovinata perchè più l'Egitto non le fornisse le tele di lino, e la Gallia le stoffe di Arras? Vi furono per altro pochi brevi momenti nella vita di Gallieno, nei quali inasprito da qualche ingiuria recente, comparve subitamente intrepido soldato e tiranno crudele; finchè saziato di sangue o stanco dalla resistenza, ricadeva insensibilmente nella natural placidezza e indolenza del suo carattere(888).
      Mentre da tal mano erano sì lentamente tenute le redini del Governo, non è maraviglia, che in ogni provincia si suscitassero in folla gli usurpatori contro il figlio di Valeriano.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Primo
di Edoardo Gibbon
pagine 475

   





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