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      Questi erano dodici, che, succedentisi a due a due per ogni bimestre, rappresentavano per tutto l'anno la dignità di quell'antica magistratura. Esercitava il Senato nella scelta dei Consoli la sua autorità con una libertà così indipendente, che non ebbe alcun riguardo ad una irregolar istanza dell'Imperatore pel suo fratello Floriano. "Il Senato" (esclamò Tacito con un nobil trasporto da cittadino) "conosce il carattere di quel Principe, ch'egli ha scelto." III. Di destinare i Proconsoli ed i Presidenti delle Province, e di conferire a tutti i Magistrati la loro civile giurisdizione. IV. Di ricever gli appelli per l'uffizio intermedio del Prefetto della Città da tutti i tribunali dell'Impero. V. Di dar forza e validità coi suoi decreti agli editti Imperiali ch'esso approvava. VI. A questi diversi rami di autorità si può aggiungere qualche sopraintendenza alle finanze, giacchè anche sotto la severa dominazion di Aureliano aveva il Senato la facoltà d'impiegare in altr'uso una parte dell'entrate, destinate al servizio pubblico110.
      Furono immediatamente spedite lettere circolari a tutte le principali città dell'Impero, Treveri, Milano, Aquileia, Tessalonica, Corinto, Atene, Antiochia, Alessandria, e Cartagine, per esigere la loro ubbidienza, ed informarle della felice rivoluzione, che avea restituita al Senato Romano l'antica sua dignità. Due di queste lettere si conservano ancora. Abbiamo altresì due ben singolari frammenti della privata corrispondenza dei Senatori in questa occasione.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Secondo
di Edoardo Gibbon
pagine 377

   





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