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      La sua nascita, ed il suo matrimonio sembravano offrirgli la pił bella speranza di succedergli nell'Impero. Ma i suoi vizi e la sua incapacitą lo esclusero dalla dignitą di Cesare, che Costantino aveva meritato per una pericolosa superioritą di merito. La politica di Galerio preferiva quei colleghi, che non potessero nč disonorare la scelta, nč disubbidire ai comandi del loro benefattore. Fu perciņ un oscuro straniero innalzato al trono d'Italia, ed al figliuolo dell'ultimo Imperatore d'Occidente fu lasciato godere il lusso di una privata fortuna in una villa poche miglia lontana dalla capitale. Le nere passioni dell'anima di Massenzio, la sua vergogna, l'agitazione, e la rabbia vennero infiammate dall'invidia alle nuove della fortuna di Costantino, ma le speranze di lui furono ravvivate dal pubblico disgusto, ed egli facilmente fu persuaso ad unire le sue personali ingiurie e pretensioni alla causa del popolo Romano. Due Tribuni Pretoriani, ed un Commissario delle provvisioni si addossarono il regolamento della congiura, ed essendo ogni ordine dei cittadini animato dal medesimo spirito, l'immediato successo non era nč dubbioso, nč difficile. Il Prefetto della cittą, e pochi magistrati, che si mantennero fedeli a Severo, furono trucidati dalle guardie; e Massenzio, rivestito degl'Imperiali ornamenti, fu con applausi riconosciuto dal Senato, e dal Popolo come protettore della libertą e dell'onore di Roma. Č incerto se fosse Massimiano precedentemente informato della cospirazione; ma tosto che lo stendardo della ribellione fu alzato in Roma, il vecchio Imperatore uscģ dal ritiro, dove l'autoritą di Diocleziano lo aveva condannato a passare la vita in una malinconica solitudine, e coprģ la sua nuova ambizione col velo di tenerezza paterna.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Secondo
di Edoardo Gibbon
pagine 377

   





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