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      Ma Galerio, che ben conosceva il carattere di lui, l'obbligò bentosto ad allontanarsi dai suoi dominj, e l'ultimo refugio del deluso Massimiano fu la Corte del suo genero Costantino364 Egli fu ricevuto con rispetto da quel Principe artificioso, e coll'apparenza di figlial tenerezza dalla Imperatrice Fausta. Esso, per allontanare ogni sospetto, depose una seconda volta la porpora Imperiale365, dichiarandosi finalmente convinto della vanità delle grandezze e dell'ambizione. Se perseverato egli avesse in questa risoluzione, avrebbe potuto terminare la sua vita con quiete e riputazione, benchè meno decorosamente che nel suo primo ritiro. Ma il vicino aspetto di un trono gli rammemorò il grado dal quale egli era caduto, e deliberò di fare un disperato sforzo per regnare o perire. Una incursione dei Franchi avea richiamato Costantino con una parte del suo esercito alle rive del Reno. Il resto delle truppe era accampato nelle meridionali province della Gallia, che giacevano esposte alle imprese dell'Imperatore Italiano, ed era depositato nella città di Arles un considerabil tesoro. Massimiano o artificiosamente inventò, o frettolosamente accreditò un vano rumore della morte di Costantino. Senza esitazione egli montò sul trono, s'impadronì del tesoro, e spargendolo coll'usata sua profusione tra i sudditi, procurò di risvegliare nelle loro menti la memoria del suo antico splendore e delle antiche sue imprese. Prima ch'egli potesse assodar la sua autorità, o terminare il trattato, cui sembra ch'egli avesse cominciato col suo figliuolo Massenzio, la celerità di Costantino abbattè tutte le sue speranze.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Secondo
di Edoardo Gibbon
pagine 377

   





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