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      Fu totalmente posta in dimenticanza la diversità de' tempi, e delle persone, ugualmente che quella delle azioni, e de' caratteri. Si vedono i Parti come schiavi prostrati a' piedi di un Principe, che non portò mai le sue armi di là dall'Eufrate; ed i curiosi antiquari possono ravvisare fra i trofei di Costantino il capo ancor di Traiano. Son eseguiti poi nella maniera più rozza e grossolana i nuovi ornamenti, che bisognò frapporre ne' vuoti, che restavano fra le antiche sculture405.
      L'abolimento totale delle guardie Pretoriane fu un atto di prudenza non meno che di vendetta. Quelle truppe superbe, delle quali aveva Massenzio restituito, ed anche aumentato il numero ed i privilegi, furon soppresse per sempre da Costantino. Il loro fortificato campo restò distrutto, ed i pochi Pretoriani, avanzati alla furia della strage, vennero dispersi fra le legioni, e confinati alle frontiere dell'Impero, dove potevano esser utili senza divenir nuovamente pericolosi406. Col sopprimer le truppe, che ordinariamente stavano alla difesa di Roma, Costantino diede il colpo fatale alla dignità del Senato e del Popolo; e la Capitale disarmata restò senza difesa, esposta agl'insulti e al disprezzo del suo lontano padrone. Noi possiamo osservare che i Romani in quest'ultimo sforzo che fecero, per conservare la spirante lor libertà, avevano innalzato al Trono Massenzio pel timore di un tributo. Egli però non lasciò di esigerlo dal Senato sotto nome di libero donativo. Implorarono quindi l'aiuto di Costantino, che vinse il tiranno, e converti il libero donativo in una tassa perpetua.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Secondo
di Edoardo Gibbon
pagine 377

   





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