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      Un giardino d'Eden, co' diletti della vita pastorale, non era più conforme ai progressi che si eran fatti nello stato di società sotto il Romano Impero. Fu dunque immaginata una città tutta d'oro e di pietre preziose con una soprannaturale abbondanza di uva e di grano nel territorio adiacente; i quali spontanei prodotti si sarebber liberamente goduti da quel felice e buon popolo senz'esser giammai molestato da veruna gelosa legge di esclusivo dominio504. Si ebbe tutta la premura di assicurar l'esistenza di questo millenario periodo da una serie di Padri, incominciando da Giustino martire505 e da Ireneo, che conversarono cogl'immediati discepoli degli Apostoli, fino a Lattanzio, che fu maestro del figliuolo di Costantino506. Sostengono tutti, e descrivono tal sistema come ricevuto dal consenso generale de' Cristiani de' loro tempi; e sembra così bene adattato a' desiderj ed alle apprensioni degli uomini, che deve in grandissima parte aver contribuito ai progressi della fede Cristiana. Ma quando l'edifizio della Chiesa fu quasi al termine, si tolse di mezzo il sostegno ch'era servito un tempo per comodo della fabbrica. La dottrina dal regno di Cristo sopra la terra s'incominciò a risguardare come una profonda allegoria, quindi a grado a grado come una dubbiosa ed inutile opinione, e finalmente fu rigettata come un'assurda invenzione dell'eresia e del fanatismo507. Una profezia misteriosa, che tuttavia forma una parte del canone sacro, ma che si credea favorevole alla condannata opinione, potè appena scansare la proscrizione della Chiesa508.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Secondo
di Edoardo Gibbon
pagine 377

   





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