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      La ben temperata unione di liberalitą e di rigore, la distribuzion giudiziosa de' premj e delle pene secondo le massime della politica e della giustizia, formarono la forza umana della Chiesa. I Vescovi, la cui paterna cura estendevasi al governo del mondo spirituale e corporeo, sentivan bene l'importanza di queste prerogative, e coprendo la loro ambizione col bel pretesto dell'amore dell'ordine, eran gelosi di ogni rivale nell'esercizio di una disciplina tanto necessaria per prevenire la diserzione di quelle truppe, che si erano arrolate sotto lo stendardo della Croce, ed il numero delle quali ogni giorno diveniva maggiore. Dalle imperiose declamazioni di Cipriano dovremmo naturalmente concludere, che le dottrine della scomunica, e della penitenza, formavan la parte pił essenziale della religione; ed era molto meno pericoloso ai discepoli di Cristo il trascurar l'osservanza de' morali doveri, che il disprezzar le censure e l'autoritą de' lor Vescovi. Alle volte c'immagineremmo d'udire la voce di Mosč, quando comandņ alla terra di aprirsi per inghiottir nelle fiamme consumatrici que' ribelli, che ricusavano ubbidienza al Sacerdozio d'Aronne; ed alle volte ci parrebbe di ascoltare un Console Romano, che sostenendo la maestą della Repubblica, dichiarasse la sua risoluzione inflessibile di mantenere il rigore delle leggi.
      Se impunemente si soffrono irregolaritą di tal sorta
      (cosģ riprende il Vescovo di Cartagine la dolcezza del suo collega) "finisce il vigor Episcopale590, finisce la divina sublime potestą di governare la Chiesa; finisce il Cristianesimo stesso.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Secondo
di Edoardo Gibbon
pagine 377

   





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