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      È piaciuto lor di supporre in particolare, che lo zelo de' Magistrati Romani, sdegnando di avere qualunque riguardo per la virtù morale, o per la pubblica decenza, procurasse di sedurre quelli, che non eran capaci di vincere, e che per lor ordine si esercitasse la più brutale violenza contro coloro, de' quali trovavano impossibile la seduzione. Si racconta, che talvolta alcune pie donne le quali erano preparate a disprezzar la morte, furono condannate a sostenere un esperimento più duro, e forzate a deliberare, se dovessero valutar più la religione che la lor castità. I giovani, a' lascivi abbracciamenti de' quali venivano abbandonate, erano solennemente esortati dal Giudice a fare i loro più vigorosi sforzi per sostener l'onore di Venere contro quell'empie vergini, che ricusavano di bruciar l'incenso sopra i suoi altari. La lor violenza però comunemente restava delusa, e l'opportuna interposizione di qualche miracolo preservava le caste spose di Cristo anche dal disonore di una involontaria caduta. Non si dovrebbe in vero tralasciar di osservare, che le più antiche ed autentiche memorie della Chiesa sono rade volte macchiate con queste indecenti e stravaganti finzioni(65).
      La totale non curanza della probabilità e del vero nella rappresentazione di questi primitivi martirj fu cagionata da un inganno molto naturale. Gli scrittori Ecclesiastici del quarto e del quinto secolo attribuirono a' Magistrati di Roma l'istessa dose d'implacabile inflessibilissimo zelo, che riempiva i loro petti contro gli Eretici e gl'Idolatri de' loro tempi.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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