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      L'Imperatore era persuaso, che in una pericolosa malattia gli fosse stato di qualche vantaggio o spirituale o fisico l'olio santo, col quale un suo schiavo l'aveva unto. Ei trattò sempre con particolar distinzione molti di ambedue i sessi, che avevano abbracciato la nuova religione. La nutrice non meno che il precettore di Caracalla furono Cristiani; e se mai quel Principe mostrò un sentimento d'umanità, ne fu cagione un accidente, che sebbene di piccol peso, ha qualche relazione alla causa del Cristianesimo(109). Nel regno di Severo fu tenuta in freno la furia del popolo; per qualche tempo sospeso il rigore delle antiche leggi; ed i Governatori delle Province restavano soddisfatti con ricevere un dono annuale dalle Chiese poste dentro i limiti di loro giurisdizione, come prezzo o guiderdone della loro moderatezza(110). La controversia intorno al preciso tempo di celebrar la Pasqua armò i Vescovi dell'Asia e dell'Italia gli uni contro gli altri, e fu questo risguardato come l'affare più importante di quel tempo di pace e di tranquillità(111). Nè fu interrotta la quiete della Chiesa, finchè sempre crescendo il numero de' proseliti, sembra che finalmente richiamasse l'attenzione, o alienasse l'animo di Severo. Col fine d'impedire il progresso del Cristianesimo, pubblicò un editto, che sebbene fosse diretto soltanto contro quelli che si convertivan di nuovo, pure non si potè rigorosamente mettere in esecuzione senza esporre al pericolo ed alla pena i più zelanti tra' loro Dottori e Missionari.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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