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      L'abitudine di giustificare la mitologia popolare contro le invettive di un implacabil nemico, produceva ne' loro spiriti qualche sentimento di fede e di riverenza per un sistema, ch'essi erano assuefatti a risguardare con la leggerezza più trascurata. Le facoltà soprannaturali, che assumeva la Chiesa, inspiravan terrore nel tempo stesso ed emulazione. I seguaci della vecchia religione si trinceravano con simili fortificazioni di prodigi, inventavan nuove maniere di sacrificare, d'iniziare(138) o di espiare i delitti; procuravano di restituire il credito a' loro spiranti oracoli(139), e con ansiosa credulità porgevan orecchio a qualunque impostore, che lusingasse i lor pregiudizi con maravigliosi racconti(140). Pare che ambe le parti accordassero la verità di que' miracoli, che si attribuivano gli avversari; e mentre si contentavan di ascriverli ad arte magica o al poter de' Demonj, concorrevano reciprocamente a restaurare e stabilire il regno della superstizione(141). La filosofia, ch'è il più pericoloso nemico di questa, erasi allora mutata nel suo più vantaggioso alleato. I boschetti dell'Accademia, i giardini d'Epicuro, ed anche il Portico degli Stoici erano quasi abbandonati, come tante diverse scuole di scetticismo e di empietà(142), e molti fra' Romani bramavano, che fosser condannati e soppressi per autorità del Senato gli scritti di Cicerone(143). La setta de' nuovi Platonici, che prevalse, credè prudente partito quello di unirsi co' Sacerdoti, che forse disprezzava, contro i Cristiani, che aveva ragione di temere.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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