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      Ed il dogma della Predestinazione, che si riferisce a questo gran termine, eccita, più che speranza, terrore ed abbattimento di spirito. Se non che questo stesso terrore, questo abbattimento di spirito può servir di motivo a seriamente pensare ad un negozio di tanta importanza. Ma egli è indubitato, che una dottrina, sia per l'amor proprio interessante quanto si voglia, non acquisterà mai alcun grado di efficacia, se non quando si presenterà alla mente dotata della necessaria certezza. Le promesse e le minacce senza prova son nulla.
      I Predicatori Evangelici, attesi i loro caratteri esterni, non avevano l'autorità de' filosofi. Oltre ciò i nostri non prendevano a convincere con ragioni filosofiche. Eglino proponevano l'immortalità come un articolo che si doveva credere, non come il prodotto d'una dimostrazione. Su qual fondamento potevasi prestar fede alle loro dichiarazioni? O dovevano essere dispregiati, o gli animi dovevano restar penetrati dall'evidenza delle prove generali della Rivelazione. Ma in tal guisa la verità del Cristianesimo, già riconosciuta, faceva ricevere unitamente agli altri dommi quello dell'immortalità, quando ci doveva provare, che la dottrina dell'immortalità era la cagione, che faceva abbracciare il Cristianesimo.
      Qual era la disposizione degli Ebrei? A tempo di Gesù Cristo la dottrina della vita avvenire costituiva un articolo essenziale della loro credenza; onde il Cristianesimo non offeriva loro alcun nuovo vantaggio, e ritrovava un ostacolo naturalmente impossibile a superarsi.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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