Pagina (119/482)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Comecchè per la massima parte si esercitavano in qualche negozio o professione, vi attendevano colla massima integrità e col più onesto contegno. Il disprezzo del mondo e la persecuzione gli abituavano negli esercizi di umiltà, di mansuetudine e di pazienza. I Vescovi ed i Dottori d'allora spesso prendevano nel senso il più letterale que' rigidi precetti di Cristo e degli Apostoli, che i moderni comentatori hanno spiegato con libera e figurata maniera come consigli. Una dottrina così sublime doveva rendersi venerabile al popolo: ma era mal adattata per ottener l'approvazione di que' mondani filosofi, che nella condotta di questa vita passeggiera consultano i sentimenti della natura, e l'interesse della società. I principj della natura sono l'amor del piacere e quello d'agire, che rivolti in buon uso formano la privata e la pubblica felicità. Ma i primitivi Cristiani non bramavano di rendersi o piacevoli o utili in questo mondo. Eglino credevano illecito ogni piacere, i comodi, gli ornamenti, il lusso. Credevano che se Adamo si fosse conservato innocente, avrebbe propagata la specie umana in altro modo; che il matrimonio dee riguardarsi come uno stato d'imperfezione e di perfezione il celibato. Le vergini d'Affrica però permettevano a' Preti ed a' Diaconi d'aver luogo nei loro letti, e la natura insultata vendicava i propri diritti. Non erano i Cristiani meno alieni dagli affari che dai piaceri. Non sapevano come conciliar la difesa delle proprie persone e sostanze colla dottrina dell'illimitata tolleranza: offendevansi dall'uso de' giuramenti, e credevano illecita, la guerra.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





Vescovi Dottori Cristo Apostoli Cristiani Adamo Affrica Preti Diaconi Cristiani