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      SAGGIODI
      CONFUTAZIONEDEL CAP. XVI.
     
      Qui l'Autore si fa a parlare delle persecuzioni sofferte dal Cristianesimo, e prende ad investigarne le cagioni, l'estensione, la durata e le più importanti circostanze, e tutti i suoi sforzi tendono a due oggetti: primo, a mostrar sempre più, che nulla avvi di maraviglioso nello stabilimento di una Religione, ch'ebbe tutto il tempo di crescere e di fortificarsi, prima che si esponesse all'impeto delle persecuzioni, che fu perseguitata lentamente, e che godè molti intervalli considerabili di pace: secondo, è suo impegno di far servire queste stesse cose a giustificare la condotta dei persecutori, e a rovesciare sopra i Cristiani l'odiosità tutta. Nel che egli è stato in parte preceduto dal Signor di Voltaire nella Storia universale, da cui egli ha cavati alcuni suoi materiali. Facciamoci pertanto a considerar le cagioni della persecuzione, che sono l'aver i Cristiani abbandonato il culto nazionale: l'essere stati accusati di ateismo: il segreto delle loro adunanze: i loro costumi calunniati.
     
      L'abbandono del culto nazionale;
      primo motivo della persecuzione.
     
      RISTRETTO. Si è osservata la tolleranza religiosa di tutto il genere umano: vediamo ora, come furono trattati gl'intolleranti Giudei per giudicare delle vere cagioni, per le quali fu perseguitato il Cristianesimo, che adottò la stessa intolleranza. I Giudei, dopo la distruzione di Gerusalemme, da Nerone sino ad Antonino Pio, spesso si rivoltarono contro i Romani; ma mediante la general tolleranza del politeismo e il dolce carattere dell'ultimo Imperatore si restituirono loro gli antichi privilegi.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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