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      In questo rapido viaggio, il profondo rispetto, ch'era dovuto al fratello e collega di Costanzo, venne insensibilmente cangiato in una ruvida famigliarità; e Gallo che conobbe dal contegno de' suoi domestici, ch'essi risguardavansi già come sue guardie, ed avrebber tosto potuto servire di esecutori, incominciò ad accusare la sua fatale inavvertenza, ed a riflettere con terrore e rimorso alla condotta, con cui egli aveva provocata la sua rovina. A Petovio nella Pannonia si abbandonò la dissimulazione, che fino allora s'era conservata. Fu egli condotto in un palazzo ne' sobborghi, dove il General Barbazio con uno scelto corpo di soldati, che non potevano essere mossi dalla pietà, nè corrotti dai premj, aspettava l'arrivo dell'illustre sua vittima. Sul far della sera fu arrestato, spogliato ignominiosamente delle insegne di Cesare, e condotto in fretta a Pola nell'Istria, appartata prigione, che era stata sì recentemente macchiata di sangue reale. L'orrore, ch'egli sentiva, fu tosto accresciuto dal comparir che fece l'Eunuco Eusebio, suo implacabil nemico, il quale coll'assistenza d'un Notaro e d'un Tribuno procedè ad interrogarlo intorno all'amministrazione dell'Oriente. Cesare cadde sotto il peso della vergogna e del delitto, confessò tutte le ree azioni e tutti i ribelli disegni, de' quali era accusato, ed attribuendoli al consiglio della sua moglie, esacerbò lo sdegno di Costanzo, che rivedeva con parzial prevenzione le minute dell'esame. Restò l'Imperatore facilmente convinto, che la propria salvezza non era compatibile colla vita del suo cugino; fu segnata, spedita ed eseguita la sentenza di morte; ed il nipote di Costantino, colle mani legate sul dorso, fu decapitato in prigione, come il più vil malfattore(518). Quelli che sono inclinati a coprire la crudeltà di Costanzo, asseriscono ch'ei tosto pentissi, e procurò di revocare il sanguinoso mandato; ma che il secondo messo, incaricato di portare la sospensione, fu ritenuto dagli Eunuchi, i quali temevano l'inesorabile indole di Gallo, e desideravano di unire al loro Impero le ricche Province dell'Oriente(519).


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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