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      Costantino l'aveva destinato per adornar la sua nuova città(539), e poscia che per ordine di lui fu rimosso dalla base su cui posava avanti al tempio del Sole in Eliopoli, fu trasportato per mezzo del Nilo ad Alessandria. La morte di Costantino sospese l'esecuzione del suo disegno, e questo fu l'obelisco dal suo figlio destinato per l'antica capitale dell'Impero. Fu preparato un vascello di straordinaria forza e grandezza per trasferir questo enorme pezzo di granito, lungo almeno cento quindici piedi, dalle rive del Nilo a quelle del Tevere. L'obelisco di Costanzo si pose a terra in distanza di circa tre miglia dalla città, e s'innalzò con grande sforzo d'arte e di lavoro nel gran Circo di Roma(540).
      [A. D. 357 358 359]S'affrettò la partenza di Costanzo da Roma per la non indifferente notizia delle angustie e del pericolo delle Province Illiriche. Le distrazioni della guerra civile e le irreparabili perdite, che le Romane legioni avean fatte nella battaglia di Mursa, esposero quelle regioni quasi senza difesa alla cavalleria leggiera dei Barbari e specialmente alle incursioni de' Quadi; feroce e potente nazione, che sembra avere cangiato le istituzioni Germaniche colle armi e con gli artifizi militari de' Sarmati loro alleati(541). Le guarnigioni della frontiera non eran sufficienti a reprimere i loro progressi; e l'indolente Monarca fu alla fine costretto di adunare dall'estremità de' suoi dominj il fiore delle truppe Palatine, di mettersi in campo in persona, e d'impiegare un'intera campagna, col precedente autunno e colla primavera seguente, a proseguir seriamente la guerra.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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