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      Il sacrilego insulto d'un dardo, che a caso strisciò sulla reale sua tiara, lo convinse dell'errore in cui era; e lo sdegnato Monarca diede con impazienza orecchio all'avviso de' suoi ministri, che lo scongiuravano a non sagrificare il successo della sua ambizione alla soddisfazione della sua collera. Il giorno seguente, Grumbate s'avanzò verso le porte con un corpo scelto di truppe, e chiese la resa immediata della città, come l'unica espiazione che si potesse accettare per tal atto di temerità e d'insolenza. Fu risposto alle sue proposizioni con una generale scarica, e l'unico di lui figlio, bello e valente giovane, fu trafitto nel cuore da un dardo scagliato da una balestra. Si celebrò, secondo i riti del suo paese, il funerale del Principe de' Chioniti; ed il dispiacere del vecchio suo padre fu alleggerito dalla solenne promessa di Sapore, che la rea città d'Amida sarebbe servita di rogo funebre per espiare la morte ed eternar la memoria del figlio.
      L'antica città d'Amid o Amida(550), che alle volte prende anche il nome provinciale di Diarbekir(551), è vantaggiosamente situata in una fertil pianura, bagnata da' naturali e dagli artefatti canali del Tigri, di cui il maggior ramo circonda in forma circolare l'oriental parte della città. L'Imperator Costanzo poco avanti avea conferito ad Amida l'onor del suo nome, e vi aveva aggiunto le fortificazioni di stabili mura e di alte torri. Essa era provvista d'un arsenale di macchine militari, e la guarnigione ordinaria era stata accresciuta fino a sette legioni quando fu attaccata dalle armi di Sapore(552). Le sue prime e più ardenti speranze dipendevan dall'esito d'un assalto generale.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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