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      Nel cieco furore della guerra civile, Costanzo avea abbandonato a' Barbari della Germania il paese della Gallia, che sempre riconosceva l'autorità del suo rivale. Un numeroso sciame di Franchi e di Alemanni fu invitato a passare il Reno con presenti e promesse, colla speranza delle spoglie, e con una perpetua concessione di tutti i territori, ch'essi avrebber potuto sottomettere(559). Ma l'Imperatore, che per un passeggiero servigio avea con tanta imprudenza provocato lo spirito rapace de' Barbari, presto conobbe e sentì con rammarico le difficoltà di sloggiare que' formidabili alleati, dopo ch'essi gustate avean le ricchezze del suolo Romano. Senza riguardo veruno alla sottile distinzione di fedeltà e di ribellione, quest'indisciplinati ladroni trattavano come lor naturali nemici tutti i sudditi dell'Impero, che possedevano qualche cosa, ch'essi desideravano d'acquistare. Furon saccheggiate, e per la maggior parte ridotte in cenere quarantacinque floride città, Tongres, Colonia, Treveri, Vormazia, Spira, Strasburgo ec. oltre il numero molto maggiore di castelli e villaggi. I Barbari della Germania, sempre fedeli alle massime de' loro antichi, abborrivano i recinti di mura, a' quali davan gli odiosi nomi di prigioni e sepolcri; e piantando le indipendenti loro abitazioni sopra le rive de' fiumi, come del Reno, della Mosella, della Mosa, si assicuravano dal pericolo d'una sorpresa, mediante una rozza e precipitosa fortificazione di grossi alberi ch'essi abbattevano, e ponevano attraverso alle strade.


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Storia della decadenza e rovina dell'Impero Romano
Volume Terzo
di Edoardo Gibbon
pagine 482

   





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