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      Belinda aveva anche più offerte che le sorelle; ma essa rispondeva di esser molto grata a quelli che domandavano la sua mano, ma che voleva stare alcuni anni col padre, e credeva di essere troppo giovine per maritarsi.
      Ad un tratto, una perdita fortissima distrusse il patrimonio del mercante, al quale non rimase altro che una villetta in campagna.
      Dopo quella sventura egli disse piangendo a calde lacrime:
      - Figliuoli miei, bisogna ritirarci nella nostra casuccia in campagna, e là c'ingegneremo a lavorare perché non abbiamo più mezzi di sussistenza.
      Le due figlie maggiori risposero che non sapevano lavorare, e volevano rimanere in città giacché v'erano tanti giovani, contentissimi di sposarle anche senza un picciolo di dote. Ma s'ingannavano davvero; quando i corteggiatori seppero la perdita fatta dal padre loro, dissero:
      - Quelle ragazze erano tanto altere e vantavano così spesso le loro ricchezze che non è male che abbiano una lezione. Vedremo se faranno le superbe anche in mezzo alle vacche ed alle pecore.
      Invece ognuno ebbe compassione della povera Belinda, perché era così dolce di carattere e cortese con tutti. Diversi signori saputa la sua sventura le offrirono di sposarla benché povera. Belinda ricusò le loro offerte dicendo che non poteva pensare ad abbandonare il padre in quel doloroso momento.
      Da prima Belinda piangeva e si disperava, ma dopo poco tempo disse a sé stessa: - Disperandomi non rimedio a nulla; voglio vedere se riesco ad esser felice a dispetto della sorte.
      Allorché andarono ad abitare la villetta, il mercante ed i tre figli si misero a vangare ed a seminare i campi ed il giardino.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





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