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      Tornate nella camera ove avete dormito, e troverete là una cesta; empitela di quel che più vi piace e portatela a casa.
      Dopo aver dette queste parole il mostro scomparve. Il buon mercante rimasto solo, incominciò a pensare che doveva morire - perché non voleva rompere la promessa fatta alla bestia - ma gli era di conforto il pensiero di non lasciare sprovvista la propria famiglia.
      Ritornò in camera e ci trovò mucchietti di monete sparse qua e là. Ne empì la cesta fino all'orlo, la chiuse, salì a cavallo e lasciò il palazzo tanto infelice quanto era felice quando vi entrò.
      Il cavallo prese un sentiero nella foresta e in poche ore giunsero alla casa del mercante.
      Le figlie gli corsero incontro, ma invece di abbracciarle con gioia non poté trattener le lagrime vedendole. Teneva in mano la rama di rose e nel darla a Belinda disse:
      - Prendila, ma non puoi figurarti come costi cara al tuo povero padre - e allora narrò quanto aveva veduto e udito nel palazzo del mostro.
      Le due sorelle maggiori incominciarono a piangere ed a rimproverare Belinda che era, come dicevano, causa della morte del padre.
      - Eccola lì - dicevano le sorelle - tutta colpa del suo orgoglio: non poteva chiedere cose come le nostre? Ma la signorina bisogna che si distingua dalle altre persone; a pensare che sarà cagione della morte del babbo, e non versa neppure una lagrima!
      - Sarebbe inutile che piangessi - rispose Belinda - perché mio padre non morirà. Il mostro ha detto che si contenterebbe di una delle figlie in vece sua; mi sacrificherò io, felice di provare il mio affetto al migliore dei padri.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





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