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      - Ma sorellina - esclamarono ad una voce i tre fratelli - ciò non accadrà: andremo in cerca di quel mostro e morirà lui e moriremo noi.
      - Non potete sperare di ucciderlo - disse il mercante - poiché esso è potentissimo. Ma la povera Belinda non dev'essere sacrificata. Io sono vecchio né posso sperare di viver lungamente; gli do volentieri i pochi anni di vita che mi rimangono per il bene dei miei figli.
      - No babbo! - esclamò Belinda - sarebbe inutile che tu andassi dal mostro; non potresti impedirmi di seguirti. Benché giovane non sono attaccata alla vita e preferirei esser divorata dal mostro, piuttosto che morire di dolore per averti perduto.
      Il mercante cercò invano di vincere la fermezza di Belinda, essa fu incrollabile. Le sorelle gioivano internamente; esse erano gelose dell'affetto che ognuno le dimostrava.
      Il mercante invece era profondamente afflitto di perdere sua figlia e non pensava più alla cesta piena d'oro, ma la sera, con sua grandissima sorpresa, se la trovò accanto al letto. Non disse nulla delle ricchezze che possedeva alle due figlie maggiori, sapendo bene che avrebbero voluto ritornare in città, ma disse a Belinda il suo segreto, e questa lo informò che nella sua assenza erano venuti due signori che s'erano invaghiti delle sue sorelle. E Belinda pregò il babbo che glie le desse subito in moglie, perché era dolce di carattere e godeva vedendo le persone felici.
      I tre mesi passarono molto presto e allora il mercante e Belinda si misero in cammino per andare al palazzo della bestia.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





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