Pagina (216/360)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Di tremar non hai cagione,
      Poiché ognun nella magioneUbbidire deve a te.
     
      - Dio sia lodato! - esclamò - vorrei soltanto vedere il mio povero babbo e sapere cosa fa in questo momento. - Volgendo gli occhi su uno specchio che aveva a portata di mano, vide dentro di esso un quadro che rappresentava la vecchia casa e suo padre che cavalcava pensieroso in prossimità di quella. Le sorelle gli andarono incontro, e benché facessero finta di essere afflitte, era facile accorgersi che in cuore erano ben felici. In breve il quadro sparì, ma fece pensare a Belinda che il mostro oltre all'essere molto potente, era pure molto gentile.
      A metà della giornata trovò la tavola bene apparecchiata per lei sola, e durante il pranzo suonava una buona orchestra invisibile. Ma quando fu per sedersi a cena udì lo strepito che faceva il mostro e non poté fare tanta forza a sé stessa da non tremare.
      - Belinda, mi volete concedere il permesso di assistere alla vostra cena?
      - Fate quel che vi pare - rispose spaventata.
      - Non dovete rispondermi così - disse il mostro. - Voi sola comandate qui e se non potete sopportare la mia vista, ditelo pure che io sparirò subito. Ma confessate, Belinda, non vi paio troppo brutto?
      - Sì, sì - rispose non so dir bugie; ma siete, credo, molto buono.
      - È vero, sono buono - replicò il mostro - ma oltre ad essere brutto sono anche molto stupido. Lo so bene che sono una vera bestia.
      - Vi sono molte persone stupide che non si riconoscono.
      Udendo queste cortesi parole la bestia parve tutta contenta e rispose gentilmente:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





Belinda Belinda