Pagina (221/360)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Si alzò, posò l'anello sulla tavola e dopo tornò a letto dove si addormentò subito. La mattina destandosi s'accorse con gioia di essere nel palazzo della bestia. Si vestì con cura per piacere al mostro e le parve di non essere mai stata così lenta. Finalmente l'orologio sonò le nove, ma il mostro non venne! Belinda sgomentata pensando di avergli cagionato la morte, percorse correndo una stanza dopo l'altra urlando:
      - Bestia, cara bestia! - ma non ottenne risposta.
      Ad un tratto si rammentò del sogno, andò in giardino, e sul prato vide il mostro disteso vicino alla fontana, come morto. Dimenticando la sua bruttezza, si gettò in terra per sentire se il cuore batteva, gli spruzzò d'acqua la faccia piangendo e singhiozzando.
      La bestia aprì gli occhi.
      - Avevate dimenticata la promessa Belinda, ed io voleva morire, perché senza di voi non potevo vivere. Mi uccidevo non prendendo cibo, ma ora morirò contento perché vi ho riveduta.
      - No cara bestia - esclamò Belinda disperata - non dovete morire, dovete vivere per sposarmi. Credevo di provare soltanto amicizia per voi, ma sento affetto vero.
      Nel momento in cui Belinda pronunziava quelle parole il palazzo s'illuminò da cima a fondo, si udirono da ogni lato grida di gioia, suoni, ma Belinda non vi faceva attenzione, commossa com'era. Finalmente si mise le mani al viso e pianse di gioia. Quando guardò intorno a sé la bestia era sparita. Al suo posto vide inginocchiato dinanzi a lei un grazioso principe che la ringraziava colle più tenere parole di averlo liberato dall'incantesimo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





Belinda Belinda Belinda Belinda