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      - Ma dov'è il mio povero mostro? Io voglio lui solo - disse singhiozzando Belinda.
      - Il mostro sono io - rispose il principe - una fata cattiva mi aveva condannato ad avere le sembianze di bestia, e mi aveva proibito di dar prova di senno e di ingegno, finché una bella fanciulla non mi sposasse. Tu soltanto, cara Belinda, non mi giudicasti dall'aspetto, e dalle qualità della mente. Tu apprezzasti soltanto il mio cuore; esso ti appartiene per tutta la vita.
      Belinda, piena di meraviglia, ma felice, permise al principe di accompagnarla al suo palazzo dove trovò il padre e le sorelle, portate là dalla buona fata che erale apparsa in sogno la prima notte che aveva passato nel palazzo.
      - Belinda - disse la fata - avete scelto bene, e siete ricompensata; vale più un buon cuore, che la bellezza e l'ingegno. In quanto a voi signore - aggiunse volgendosi verso le sorelle - conosco tutte le vostre cattive azioni, ma non v'è punizione più dura per voi di quella di sapere vostra sorella felice. Sarete convertite in statue e sarete collocate alla porta del palazzo di Belinda, ma se vi pentirete delle vostre colpe, potrete ridiventare donne. Ho paura peraltro che resterete statue per sempre.
     
     
     
     
     
     
      Luigi CAPUANA
     
      La vecchina. Fiaba
     
     
      Nr. 46 (16 novembre 1882), p. 721-724.
     
     
     
      C'era una volta un Re molto giovane che voleva prender moglie: però voleva sposare la più bella donna di tutto il mondo. - E se non è di sangue reale? - dissero i ministri.
      - Non me ne importa nulla.
      - Allora sappiate, Maestà, che la più bella donna di tutto il mondo è la figliuola d'un ciaba.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





Belinda Belinda Belinda Maestà