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      Faceva capitale degli amici che lo avevano con tanta cortesia disarmato, ma essi erano già velocemente portati sulle morbide poltrone dei primi posti nelle carrozze a vapore, quali a levante quali a ponente.
      Com'egli aveva lasciato la casa paterna senza mandar nemmeno un saluto alla vecchia Marianna, così coloro s'erano dileguati dal suo cospetto senza dirgli a rivederci né addio. Sapevano che la fattoria di Montevago era smunta e che non vi era da mettere a sacco altri fondi, e quindi non si curavano più dei fatti suoi. Il miserabile provincialetto rimase solo. Ma io sbaglio; ritrovò presto compagnia, i suoi fratelli di sventura, quelli che erano rimasti spogliati con lui, e che facevano capitale sul suo aiuto, e ve n'era d'ogni nazione. Sconsigliati! l'uno si affidava nell'altro, ma tutti doverono rassegnarsi a provvedere alla meglio da sé medesimi ai propri casi.
      Quanto a Riccardo scrisse subito al padre chiedendo con grande istanza molti denari, e allegando infinite e straordinarie occorrenze. Intanto dava buone speranze ad alcuno dei più tribolati tra i suoi colleghi. Ahimè! le speranze svanirono presto. Venne la risposta: ma era una lettera col sigillo nero, scritta di mano d'altri; era il procuratore che gli annunziava la morte improvvisa del padre, che lo esortava a tornar subito a casa, e gli mandava solo quel tanto che potesse essergli strettamente necessario a pagare i debiti e a fare il viaggio, avvisandolo che il patrimonio era quasi al verde. Questa lettera fu per Riccardo una testa di Medusa.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





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