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      La Marianna ne pativa e studiava occultamente ogni modo di consolarlo; ma tutto era inutile.
      Una sera, dopo l'arrivo d'una lettera del procuratore, Riccardo chiamò il castaldo, e prese a parlargli dello stato veramente deplorabile in cui si trovava.
      - Prevedo di dover perdere ogni cosa - diceva. - Bisognerà vendere le ultime zolle che mi erano rimaste; e perfino questa casa... Pensate un po' ai casi vostri, quanto a me... quanto a me, so io come finirla...
      Ed aveva gli occhi stralunati, il viso più pallido del solito... faceva compassione a vederlo.
      - Io - rispondeva il castaldo... - che cosa vuole che io faccia? Son vecchio; ma un po' di forza mi rimane; anderò a opra dai contadini, e vedrò di cercarmi un posto di garzone in qualche fattoria... Ma quella povera donna della Marianna! È più vecchia di me, e si troverà ridotta a chiedere l'elemosina.
      - La Marianna! E che cosa volete che io pensi alla Marianna? Si contenti d'aver mangiato a ufo per tanti anni alle nostre spalle. Che bisogno v'era egli di tenerla in casa? È stata una carità che abbiamo fatto finché si poteva. Ora ci pensino altri...
      - Signore! - esclamò allora il castaldo facendosi animo - che cosa dic'ella? E non si rammenta dei servigi resi da questa donna alla sua famiglia ed a lei stesso? Pazienza se la non potrà impedire che questa povera vecchia si ritrovi senza tetto e senza pane; ma la non la tenga in quel conto che dalle sue parole parrebbe se la non vuol commettere una crudeltà e un'ingiustizia.
      - Ella ci ha servito, ed è stata pagata.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





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