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      E così persuase i due guerreggianti a sospendere le ostilità e a firmare un trattato di pace.
      E la pace fu firmata.
      Ma il povero Leoncino non aveva requie né giorno né notte. Si lambiccava sempre il cervello per trovare il modo di dare qualche splendida prova di coraggio, tanto da riguadagnarsi il grado e la spada di generale. Cerca oggi, cerca domani, finalmente gli parve di vedersi balenare dinanzi agli occhi una bell'idea.
      Quella sera andò a letto tutto contento: e prima di addormentarsi diceva dentro di sé: - "Domani o doman l'altro sarò generale daccapo... e allora, guai a Raffaello... Per vendicarmi di lui, ordinerò subito che la cavalleria debba camminare sempre a piedi!..."
      Eppure è così: i ragazzi vendicativi spesse volte sono anche ridicoli nelle loro vendette!
      (Continua)
     
     
      II.
     
      Indovinate un po', ragazzi, quale fu la bellissima idea (dico bellissima, per modo di dire) che balenò alla mente di Leoncino, per dare una gran prova del suo coraggio e per riguadagnarsi il grado di generale?
      Fu quella di sfidare i suoi cugini a chi avesse fatto il salto più alto e più pericoloso. Figuratevi che bel giudizio!
      - Io - disse subito Arnolfo - scommetto di saltare gli ultimi cinque scalini della scala di casa.
      - Bella bravura davvero! - replicò Leoncino, con una spallucciata di disprezzo. - Quello è un salto che lo farebbe anche una pulce.
      - E io scommetto di saltare dalla finestra del fienile - disse Raffaello.
      - E noi, se vuoi scommettere, facciamo con te a chi salta meglio la gora del mulino - dissero Gigino e Asdrubale, i due soldati di fanteria.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





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