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      - Serbala e riponila, ma riponila bene che nessuno la trovi; quella tromba è preziosa.
      Il manuale fece una spallata e se la messe sotto il braccio.
      Quando arrivò a casa, la moglie e il bambino dormivano sempre.
      Dove doveva riponerla quella tromba, lui che in casa non ci aveva neppure un mobile? Gli venne daccapo voglia di buttarla via, ma anche allora sentì una vocina che gli diceva:
      - Serbala! serbala! serbala testardo, disprezzante che non sei altro!
      Il manuale era stanco morto, ma sentendosi dire e ripetere che la serbasse, scavò una buca fonda nell'impiantito della cucina, ce la nascose e poi la ricoprì, ma fede nella tromba non ne aveva davvero.
      L'anno dopo, nello stesso giorno, al manuale nacque un altro figliolo maschio, e quando fu la sera comparve la stessa fata dalla cappa del camino, guardò e riguardò il neonato e andò via senza aprir bocca.
      Il manuale rimase di sasso. Era più povero che mai e aveva sperato nella visita della fata.
      Il fuoco era spento, il lume era spento e pane non ce n'era nella madia, ma alla tromba non ci volle ricorrere. Non sperava in nulla altro che nel lavoro delle sue braccia.
      L'anno dopo, nello stesso giorno, gli nacque un terzo figliolo, ma quella volta era una femmina e il manuale sgomento vedendosi crescere la famiglia, la chiamò Miseria. Alla tromba non ci pensò neppure, ma si messe in cucina al buio ad aspettare la fata; la fata quella volta non venne.
      Il manuale andò in cerca del bosco dove c'erano i tredici pioppi. Il bosco non c'era più. Passò le notti a ciel sereno per vedere se vedeva la fata nei suoi viaggi nel firmamento.


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Giornale per i bambini
Antologia
di Autori Vari
Tipografia del Senato
1881-1883 pagine 360

   





Miseria