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      I ragazzi non dormono, ed io lì condannato in chiusa come i filunguelli, non avevo altra consolazione che almanaccare colla testa, e di farmi dei castelletti come può farseli un ragazzo. Questa smania di fantasticare che ho sempre avuta e che porterò meco nella fossa, è nata certamente di lì . . . .
      » Questo prete le sere che non rimaneva in casa soleva passarle da altri preti, coi quali si metteva a brontolare l'Ufizio. Io per la disperazione chiappavo un libro pur che si fosse in quelle librerie sorelle della famosa di fra Cocuzza, e leggevo sbadigliando e piangendo. Fra gli altri libri che mi capitarono tra mano, mi piaceva quello delle Vite dei Santi, specialmente se si trattava di Martiri.... Quando poi il buon uomo non esciva fuori, perchè non m'annoiassi in casa mi faceva dir l'Ufizio con lui, cosa tanto dilettosa per me che è un miracolo se in seguito non ho rinnegato la fede per la memoria di quel tormento d'allora.
      » Bisogna notare che quest'uomo aveva il solito modo d'incoraggiare agli studi di tutti i così detti maestri, cioè di metterci addosso un gran terrore sulle difficoltà, sulle fatiche, sul tempo che ci vuole per imparar qualche cosa, e di cominciare a dirci che non eravamo buoni a nulla, e che sarebbe un miracolo di Dio se fossimo riusciti ad azzeccare l'alfabeto. Che direste ora d'un Generale che spiegando i suoi battaglioni sopra i nemici, facesse questa bella allocuzione: Voi siete una fitta di poltroni, i nemici sono un branco d'eroi. Cascherete morti di certo, ma avanti, canaglia, io vi conduco alla gloria!


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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