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      Il buon umore che tutti invadeva, dava una forma comica anche ai più seri argomenti. Una volta fra l'altre il Giusti essendo indisposto, stava a tavola senza mangiare: cosa per lui poco piacevole e meno ancora per noi. Ma perchè mai, gli dicevamo, alla tua età tu devi esser sempre così mezzo e mezzo, mentre vi son tanti vecchi che stanno benone?
      — Perchè non se la pigliano di nulla: sono egoisti, sono della scuola di Fontenelle che campò cent'anni.
      — Vale a dire?
      Egli soleva pranzare col suo amico l'Abate Dubos. Erano ambedue buon gustai, ambedue ghiottissimi delle primizie. Un giorno fu loro regalato un mazzo di sparagi; si trattava d'entrare nell'anno nuovo. Fontenelle li mangiava sempre coll'olio, Dubos sempre colla salsa. Dopo una lunga disputa non potendosi trovare d'accordo, fu ordinato alla cuoca di farli mezzi colla salsa e mezzi coll'olio. Mentre dunque si cuocevano, Dubos che molto si era riscaldato nella disputa, divien rosso, storce la bocca, balbetta due parole e cade colpito da una congestione cerebrale. Fontenelle afferra il campanello, comincia a suonare a distesa, e grida alla serva che accorre ansimando: Tutti coll'olio li sparagi, tutti coll'olio!
      Ai dialoghi festivi succedevano spesso le discussioni importanti, in seguito alle quali non di rado avean luogo azioni utili e degne. È di quel tempo la petizione al Governo di cui fu promotore il Montanelli, per impedire ai Gesuiti di stabilire in Pisa le Monache del Sacro Cuore, primo atto di resistenza civile in Italia dopo tanti anni di pecorile obbedienza.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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