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      Allora riconosce i danni che recano i desiderii sfrenati, e così sembra dovesse chiudersi il poemetto: dico sembra, perchè le sestine sono scritte con tal disordine da non poter con certezza determinare il posto che loro destinava l'Autore. Prima peraltro di compiere questa specie d'estratto, non posso fare a meno di riportare un'altra sestina che doveva probabilmente appartenere all'ultima parte dei tentativi di Stenterello Porcacci. Ho già detto che si dà alla vita amorosa; per far più breccia pensa di provare la nobiltà della sua famiglia;
      E detto fatto, appena consultatiI libri su delle Riformagioni80
      Si trovaron Porcacci magistrati,
      Porcacci conti, Porcacci baroni,
      Porcacci chiari in lettere e in bell'arti,
      Porcacci insomma da tutte le parti.
      CAPITOLO DUODECIMO.
      IL GIUSTI IN VESTE DA CAMERA.
      Nel novembre del 1846 tornò di nuovo a Pisa, e rimase meco fino all'aprile seguente. La nostra allegra società del precedente inverno essendosi sciolta, il Giusti ed io rimanemmo soli, ed ebbi perciò agio di vederlo bene dappresso, di conoscere intimamente l'animo suo, di osservare il suo modo di studiare e di scrivere. E su questo punto voglio trattenermi alcun poco, perchè il modo di fare del Giusti mi è rimasto impresso nella memoria, e credo che potrà essere di qualche aiuto per coloro che si danno alla cultura delle buone lettere. È inutile dire che aspettava che l'ispirazione andasse a cercarlo, anzichè andare in cerca dell'ispirazione, dicendo: «in questo i versi fanno come le donne: chi più le prega, più le trova difficili.


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Epistolario
Volume Primo
di Giuseppe Giusti
Le Monnier Editore Firenze
1863 pagine 416

   





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